Il drago e la lavatrice (Cracovia)

Febbraio 25, 2017 2 Di Laura Faro

Eccoci qua…stiamo viaggiando a 70km all’ora per 300 km circa dove ci sta attendendo la terza tappa del nostro viaggio: Varsavia.Mentre mio marito guida ripenso alla stupenda città di Cracovia, che ci ha dato davvero tanto in questi due giorni passati, appena arrivati Sonia, la nostra host, ci ha accolti in quella che sarebbe stata la nostra CASA, piccola ma molto accogliente, ci siamo trovati davvero bene, forse perché sembrava un po’ la casa che abbiamo momentaneamente lasciato a Cantello, solo che mancava il nostro gattone 🙂 (Artù è servito e riverito dalla nonna non lo abbiamo abbandonato tranquilli ).

Così usciamo per andare nella piazza più grande d’Europa che dista qualche minuto a piedi, appena arrivati a destinazione si apre davanti a noi uno scenario suggestivo, incominciava a fare buio e la città prendeva vita con tutte le sue luci, ci siamo così avventurati all’interno del mercato coperto situato al centro della piazza, c’erano una varietà di cose da comprare, dalle matrioske alle calze in lana di pecora.Passeggiando per la piazza abbiamo anche incontrato diverse carrozze trainate da cavalli coperti da pittoresche mantelle.

A questo punto non curanti della distanza che ci separa dal quartiere Ebraico (ci sembrava poca avendo valutato la mappa di Sonia) ci incamminiamo per raggiungerlo; dopo mezz’ora di cammino e alcuni km percorsi forse siamo arrivati, ma scopriamo che del vecchio quartiere Ebraico è rimasto ben poco, solo qualche vecchio edificio e alcune insegne sbiadite dal tempo, così mossi più dallo stomaco che dalla mente decidiamo di fermarci in un pub, finalmente piacevolmente al caldo. Ma questa non è la cosa migliore della serata, già perché dopo aver preso un hamburger da far invidia, una cesar salda, una birra media e un’acqua paghiamo la bellezza di 13€ :)))

Torniamo verso casa costeggiando le mura del castello di Wawel e veniamo spaventati da un’alitata pesante proprio dietro di noi, ci giriamo e vediamo la statua di un drago sputare fuoco vero!!!!!!(menomale che lui era finto 😉 )

Dopo una notte di riposo partiamo per andare alla scoperta di Auschwitz, ma non prima che mio marito (io d’altra parte non ho mai avviato una lavatrice) tentasse d’avviare la lavatrice di Sonia, che prontamente … si rifiuta di partire, e di ridarci i nostri vestiti “bloccati” all’interno dell’oblò. Decidiamo di partire comunque e di risolvere la questione al ritorno.

Auschwitz è un luogo emblematico, difficile da descrivere, un posto che ti catapulta all’interno dei fatti storici che hai studiato a scuola, e che non immaginavi potessero colpirti così, prendendoti a schiaffi in faccia, e risvegliandoti, facendoti capire che quello che hai studiato per anni non è semplice inchiostro stampato su carta di basso valore, ma è sofferenza vera, ti trovi lì col giaccone, la sciarpa, i guanti e il cappello e pensi ai prigionieri deportati, che vivevano quello stesso luogo con un semplice pigiama. Un’esperienza unica, un luogo da visitare.
Al nostro ritorno ovviamente la lavatrice non aveva fatto il suo lavoro, mio marito mi dice che lo sportello è ancora bloccato, così con un moto d’orgoglio femminile mi avvicino e tac … Lo sportello si apre restituendoci i nostri vestiti, e meno male che la lavatrice a casa la fa lui.

Così torniamo a noi, abbiamo ancora una sessantina di km da macinare prima di poter sgranchire le gambe a Varsavia, di strada ne abbiamo percorsa mentre scrivevamo l’articolo, siamo curiosi di vedere cosa ci aspetta in questi ultimi due giorni polacchi.

Grande piazza del mercato

Mercato coperto

Cavalli

Auschwitz