Verso l’orizzonte e oltre
Così dopo aver archiviato almeno mentalmente la questione Capo Nord, ci aspetta la parte più interessante del viaggio, il viaggio stesso. Così divorando km su km, saranno circa 3.000, arriviamo ad Oslo!
Seguendo delle tappe intermedie che ci porteranno a sonnecchiare, perché il verbo dormire non lo useremo per un bel po’ viste le tendine sottilissime appese alle finestre delle nostre camere, in paesini sconosciuti, abitati da poche centinaia di anime, per arrivare alle Isole Lofoten, luogo meraviglioso in inverno, e ancora più incantevole d’estate, la sensazione infatti è proprio quella di paesini che vivono sul turismo estivo, con ristoranti e hotel che aprono esclusivamente durante quel periodo dell’anno, faticheremo infatti a trovare un ristorantino per festeggiare i nostri primi sei mesi di matrimonio, sei mesi stupendi, che a conti fatti ci hanno portato in giro per il mondo per un terzo del tempo. Passando attraverso un traghetto un po troppo mosso per i nostri gusti Riprenderemo la nostra strada verso “il sud del nord” sulla costa.
Con la consapevolezza d’aver visto così poche sfaccettature dell’essere umano decidiamo di evitare la strada più veloce, che passerebbe in un anonimo tratto centrale di Svezia, per dedicarsi alla più intensa e interessante esperienza di guida tra i fiordi norvegesi. Tra curve a gomito sul mare, sali e scendi sulle montagne che contornano il paesaggio, e il percorrere strade talmente lunghe e dritte motivate da un continuo sali e scendi da non permetterti di vedere il proseguo della strada fino a che non arrivi in cima al “dosso” naturale.
Il panorama è dei più belli che si possano ammirare, un continuo scambio di territorio tra mare e montagne, di montagne scavate dal mare, hanno una profondità di più di 1km, e le scarpate circostanti si innalzano per quasi due. Acque turchesi scorrono lungo i pendii delle scarpate formando torrenti e cascate. I fiordi sono così profondi che il loro colore sembra nero, piuttosto che blu. Sicuramente qualcosa di meraviglioso che si sposta dal lato personale delle meraviglie “già viste”.
Viaggiando, guidando e ancora guidando, finiremo con l’effettuare 7 tappe in altrettante 7 camere private conoscendo rispettivi host, e altri ospiti delle case, un esperienza caleidoscopica (nel suo piccolo) che ci farà fare colazione con una coppia di norvegesi un giorno, e un hawaiana (carica di esclamazioni in inglese tipicamente americane) il giorno dopo.
Con un po di tristezza, devo ammettere, arriviamo ad Oslo, non perché Oslo sia la città peggiore del mondo, ma per il fatto che la strada da macinare sta davvero andando verso la sua naturale conclusione, e se una parte di me vorrebbe restare in viaggio per sempre, l’altra vorrebbe almeno non tornare a quella vita stanziata in poche ore, scandita da scadenze e impegni che da qui, sembrano sempre più piccoli.
Ma il viaggio non è ancora finito, si prosegue 😉
Scritto da: Mirco Di Lernia
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