Trekking in montagna – Rocciamelone il re delle Alpi
Qualche cenno storico
Il Rocciamelone non è certamente la vetta più conosciuta delle Alpi, ma sicuramente con i suoi 3538 metri d’altezza in vetta non passa inosservata quale meta per appassionati e amanti dei trekking. Situato a poca distanza dalla città di Torino e dalle colline delle langhe piemontesi, il Rocciamelone è stato per molto tempo considerato la vetta più alta delle Alpi.
Il mito nacque probabilmente dal fatto che vari tentativi di raggiungerne la vetta furono interrotti da forti tempeste che alimentarono, nel corso dei decenni, la credenza superstiziosa che la cima del monte ospitasse il rifugio di un orribile diavolo, pronto in qualunque momento a ricacciare a valle chiunque tentasse di violarne la dimora. La cima rimase così inviolata fino al 1358.
La scalata ai giorni nostri
È da tenere in considerazione che, nonostante lungo il percorso si incontrino persone davvero di tutte le età, l’ascesa alla vetta resta tutt’ora un’impresa abbastanza impegnativa. La salita è consigliata durante il periodo estivo, in quanto durante buona parte dell’anno l’ultimo tratto, costituito per la sua interezza da roccia viva, potrebbe essere coperto da banchi di neve più o meno fresca. questo per via del superamento di un punto un po’ esposto collocato appena sotto la vetta, punto dove alcune corde fisse facilitano comunque il passaggio.
L’itinerario
Dal rifugio La Riposa (2205 m), raggiungibile in auto su strada bianca, si imbocca il sentiero che si arrampica su un ripido costone erboso. Successivamente attraversando in orizzontale un canalone il sentiero volge verso ovest, recuperando così il crestone erboso. Continuando la salita si arriva ad una bastionata rocciosa, che viene aggirata sulla destra passando lungo diversi tornanti e terminando al rifugio Ca’ d’Asti (2854 m). Qui è possibile pernottare la notte riuscendo in questo modo a spezzare la salita in due giorni. Alle spalle del rifugio ha inizio un sentiero che, salendo lungo un pendio detritico, raggiunge La Crocetta (3306 m).
Da La Crocetta, il tracciato lascia il versante Sud e si sposta sul versante Est, attraversandolo in diagonale. Da qui il sentiero si fa più impegnativo e saranno delle corde fisse ancorate alla roccia a garantirci una maggiore sicurezza fino alle vetta.
Arrivati in cima, accanto alla Madonnina, si trova il piccolo rifugio Santa Maria, che racchiude tra le sue mura un piccolo locale sempre pronto ad accogliere gli escursionisti. (ad oggi totalmente privo di materassi e/o beni di prima necessità). Affianco al rifugio costruito nel 1923 e successivamente restaurato nel 1976, è presente anche una statua dedicata a Vittorio Emanuele II. La quale commemora la salita del sovrano ad una delle vette più celebri del Piemonte, salita avvenuta nel 1844.
Una notte in rifugio, il Ca’ d’Asti
Il rifugio Ca’ d’Asti, vista la quota elevata, 2854m, e l’assenza di sorgenti naturali, non dispone di acqua corrente sufficiente per garantire una doccia ristoratrice dopo la salita. Ma il suo spirito antico e la vista che è capace di regalare durante il giorno, e soprattutto durante la notte, grazie alla scarsissima presenza di inquinamento luminoso, sono eccezionali. È ampiamente consigliata la prenotazione presso il gestore estivo del rifugio, aperto da giugno a metà settembre.
Vi lascio inoltre qui sotto il vlog della scalata al Rocciamelone! Se vi fa piacere vi ricordo inoltre di iscrivervi al canale YouTube così da poter sostenere il canale.
Grazie mille a tutti…. e buon trekking