La mia India – Intervista all’autrice Paola Pedrini
Qualche mese fa, in preparazione al viaggio in India, mi è capitato tra le mani un libro particolarmente interessante. Non era una semplice raccolta di banalità, come spesso succede quando si finisce a raccontare un posto così diverso. Era uno di quei libri che non riesci proprio a posare sul comodino, le cui pagine volano sotto le dita mentre le leggi. La mia India di Paola Pedrini, è tutto questo!
Cosa aspettarsi da “La mia India”
Paola riesce a raccontarci un’India sincera e a tratti persino drammatica. Ci racconta l’India vera, non sempre bella e piacevole come le agenzie turistiche ci propinano. Le loro insegne pubblicitarie raffiguranti un Taj Mahal sempre splendido e sfavillante spesso finiscono col tranne in inganno il turista più inesperto. L’autrice riesce a trasmettere al lettore il perchè, nonostante la sporcizia, la privacy inesistente, l’insistenza dei commercianti, i clacson, il vociare, la folla, il caldo e gli odori nauseanti dovremmo amare l’India.
Ho intervistato Paola per capire cosa c’è dietro a questo libro e soprattutto, provare a vedere quali tracce indelebili le ha lasciato addosso l’India.
Intervista
Ciao Paola, per iniziare raccontaci qualcosa di te, qualcosa che vorresti che i nostri lettori sapessero prima d’iniziare a leggere il tuo libro.
Che dire, cerco di fare del mio meglio ogni giorno. Essere autentica e presente a me stessa. Mi piace sbagliare e perdermi, amo il sole e camminare.
Lavoro nel sociale ma non ho la sindrome della crocerossina. Sono grata per quello che ho ma soprattutto per quello che non ho.
Perché hai deciso di scrivere “La mia India”, qual è il messaggio che volevi trasmettere ai tuoi lettori?
Scrivo principalmente per trasmettere quello che ho vissuto, per condividere esperienze e sensazioni. Ma anche per dare informazioni che possano essere utili a chi decide di partire per l’India. Un libro di viaggio non è una guida. Ma è una parte importante e intima di una persona. Un bellissimo modo per conoscersi.
Da dove è partita la voglia, o la necessita, di fare questo viaggio in India?
È stata una necessità. Sono scappata da un vuoto esistenziale che mi stava travolgendo, dall’insoddisfazione, dalla sofferenza. In India non ho trovato me stessa e l’India non ha risolto i miei problemi. Ma è stata un’amica preziosa. Ha raccolto le mie lacrime, mi è stata vicina. Poi, un giorno, mi ha sbattuto in faccia tutto quello da cui ero scappata. E per questo la ringrazio profondamente. Da quel primo viaggio, ci sono tornata ancora tante volte.
Ce la faresti a riassumere l’India per come l’hai vissuta in 3 parole?
Intrigante, irritante e magica
Qual è stato il tuo rapporto con il cibo locale?
Fantastico! Adoro il cibo indiano, speziato e piccante. Mi piace mangiare in strada, con le mani e sporcarmi. Mi piaceva camminare all’alba e fermarmi a bere un chai, starei lì ore a fissare quegli uomini tutti affaccendati sui loro baracchini mentre lo preparano.
Consiglieresti un viaggio in India?
Vivamente consigliato per imparare a mettersi in discussione, per abbandonare le certezze e tornare ad avere dei dubbi.
Secondo te una persona che si avvicina per la prima volta all’India, anche alla luce delle uniche notizie che i media italiani ci passano, notizie d’uno stato retrogrado ed in cui sembrerebbe dilagare la violenza sessuale, dovrebbe essere spaventata all’idea d’un viaggio in India?
Alla luce delle uniche notizie che i media ci passano, non dovremmo più uscire di casa. Quando viaggiamo in un altro paese siamo ospiti. Dobbiamo rispettare usi e costumi locali. Prima di partire bisogna leggere e informarsi. E rispettare le altre culture. Il mondo ha così tanto da offrire, è un peccato averne paura.
Qual è stata la tua esperienza in India da Viaggiatrice al femminile?
Assolutamente positiva. Certo l’India è un paese impegnativo e stancante, ma non mi sono mai trovata in situazioni di pericolo. Ho viaggiato con amici ma anche da sola. Ho sempre trovato persone accoglienti, disposte ad aiutarmi in momenti di difficoltà e a darmi suggerimenti in alternativa ai classici posti segnalati dalle guide. Una viaggiatrice sola in India non passa inosservata, bisogna abituarsi agli sguardi curiosi, a volte indiscreti, degli indiani.
So che sei molto impegnata nel sociale, ci vuoi descrivere brevemente l’iniziativa di Domus Onlus e i principi che ne sorreggono l’ideale?
Domus si occupa in particolare di supporto e assistenza a donne e bambini in Italia, Kenya e Nicaragua. Io seguo un centro di accoglienza per bambini e ragazzi disabili nella missione di Ndithini in Kenya e organizzo viaggi solidali a favore di questo progetto, il Paolo Rafiki center.
In Nicaragua sosteniamo una scuola materna comunitaria a Leon e una scuola primaria a Managua.
Cerchiamo di fornire assistenza di ogni genere. Alimentazione, istruzione, uguaglianza di genere, informazione e sensibilizzazione. Vi lascio il link al sito in cui potrete trovare tutte le informazioni utili.
https://www.domus-onlus.org
Salutandoti e augurandoti buona fortuna ti faccio un’ultima domanda: qual è la cosa più bella che hai incontrato in India, qual è quella cosa che porterai per sempre nel tuo bagaglio? (un’esperienza, una sensazione, un’idea, un’emozione)
L’India mi ha insegnato che tutto è possibile ma niente è per sempre.
Concludo come sempre lasciandovi il link per l’acquisto del libro “La mia India” e un estratto dello stesso.
“L’India è come un pugno nello stomaco. In India il tempo scompare e sfumano orari, programmi, appuntamenti, in India si devono tenere aperte le porte, le strade e la mente. In India si impara ad avere pazienza, a fare le code, ad aspettare. L’India puzza di piscio e di merda e profuma di cibo, di fiori e di incenso. L’India è religione, riti e celebrazioni, è morte, è sole, acqua e feste, ti avvolge nei suoi sari colorati come farfalle e ti accompagna per le strade a vedere la gente che muore di fame. In India una vacca vale di più di un uomo ma un bambino vale più di una vacca. Tutto ciò che succede è vero, ma è vero anche il suo contrario. L’India è un elastico, da una parte all’altra fino al limite, sempre con il rischio che si rompa. L’India è un viaggio nel tempo, la danza della vita nel passato di chi qua approda che si illuminerà all’improvviso di fronte al sorriso di un bambino.”
Paola Pedrini – La mia India
Lascio qui sotto il link all’acquisto del libro di Paola edito da Polaris