Mosca – La città dei balocchi
Gennaio è il periodo perfetto per visitare Mosca, tralasciando il freddo, mentre leggevamo sui mille blog e siti che abbiamo consultato per prepararci al viaggio abbiamo scoperto che il capodanno è la festa più importante dell’anno, non sapevamo proprio cosa aspettarci da questi 4 giorni moscoviti (durante il periodo sovietico il Capodanno era rimasta l’unica festività ufficialmente ammessa, per questo ancora oggi riveste un ruolo fondamentale). Un po’ la nostra immaginazione andava a Zurigo, piena di luci e addobbi, ma in realtà, lo scenario che ci siamo trovati davanti appena Manezhnaya ulitsa ha lasciato il posto alla piazza rossa ha superato qualunque nostra aspettativa, decine d’alberi di Natale a fare da contorno al Russian history museum, una decina di palcoscenici sparsi intorno al Cremlino allestiti appositamente per ospitare delle rappresentazioni teatrali, musica dal vivo, degli immensi mercatini di Natale. Per non parlare dei magazzini Gum, che rappresentano un po’ l’alter ego di harrods a Londra per capirci, completamente ricoperti di luci e impacchettati ‘per le feste’, con tanto di mega pista di pattinaggio allestita tra l’entrata e l’ingresso al mausoleo di Lenin. Diciamo che non siamo riusciti ad annoiarci durante il nostro primo contatto con la città.
Premettendo che il tour de force che abbiamo organizzato aveva davvero dei ritmi serratissimi, pensate che non abbiamo avuto nemmeno il tempo per mangiare a pranzo, siamo riusciti a visitare tutte le maggiori attrazioni che ci eravamo prefissati di visitare in soli 3 giorni, qui di seguito trovate l’itinerario che abbiamo seguito, successivamente pubblicherò anche articoli più specifici su alcune delle particolarità che abbiamo incontrato, e qualche dritta ai luoghi che abbiamo visitato.
Il primo giorno l’abbiamo dedicato primariamente al Cremlino, una visita che ci ha portato via un paio d’ore appena, subito dopo abbiamo visitato la cattedrale di San Basilio, anche considerato che dal Cremlino puoi entrare da una parte ma devi uscire da un’altra seguendo un percorso prestabilito, il quale non ti permette di vedere niente di più delle chiese presenti all’interno del Cremlino, e che quindi ti mantiene ben distante da tutti gli edifici governativi super segreti. Siamo riusciti a far combaciare perfettamente l’orario di visita all’armeria con la fine della visita a San Basilio, così a piedi percorriamo il peripleo del Cremlino e ci addentriamo nell’armeria, con le sue carrozze, l’argenteria zaarista e le armature dell’epoca. Da qui la nostra curiosità ci accompagna ai grandi magazzini Gum che, come vedrete dalle foto in fondo all’articolo, sono qualcosa di veramente unico. In cerca di qualcosa da mangiare decidiamo d’esplorare la Via Arbat, storica via nel centro di Mosca, a nostro parere ormai resa fin troppo commerciale dall’abbondanza di ristorantini tradizionali e suovenir shop.
Il secondo giorno partiamo con l’intenzione di visitare il centro commerciale dedicato ai bambini più grande del mondo, questa meraviglia si chiama “Central Children’s Store” e si trova poco distante dai grandi magazzini Gum, una visita se passate da Mosca è quasi d’obbligo, davvero favoloso. Ma è già il momento di tornare di corsa in Piazza Rossa, sta per avere luogo il cambio della guardia davanti alla tomba del milite ignoto, dove arde una fiamma eterna in ricordo dei morti in guerra. Poi una visita alla cattedrale di Cristo Salvatore, con relativo tour panoramico dalla terrazza con vista sul centro di Mosca, e da lì direttamente al museo delle illusioni ottiche in Via Arbat, abbastanza deludente considerate le nostre aspettative, forse fin troppo alte. Uno sguardo all’orologio ehh si, è arrivato il momento più atteso della giornata, la visita al Bunker42, l’unico bunker sovietico presente in Russia ad essere aperto al pubblico, qui incontriamo due ragazzi italiani in visita nella capitale che ci consigliano un ristorante mongolo per la cena e assolutamente il museo della cosmonautica per il nostro terzo giorno di visita. Ovviamente l’avevamo già in programma. Così dopo una pesantissima cena al ristorante mongolo dove nessuno parla inglese, e probabilmente noi sbagliamo ad ordinare e loro a comporre il piatto, il risultato è abbastanza disastroso per il nostro stomaco, non ci resta altro da fare che evitare la metro e camminare fino all’hotel a piedi.
Il terzo giorno inizia con la visita al mausoleo di Lenin e una visita veloce a San Basilio, giusto per scattare alcune fotografie senza i palcoscenici che erano stati allestiti per il capodanno russo. Dalla piazza rossa prendiamo la metro per dirigerci al mercato di Izmailovsky, anche questo a nostro parere fin troppo turistico. Cosa ci rimane da fare ora se non visitare il museo della cosmonautica? Così dopo 1.45h passata in coda, col freddo gelido russo a farci compagnia, riusciamo ad entrare, ed a scoprire che solo il 15% delle teche sono tradotte in inglese, per le restanti, che dire, devi avere una buona conoscenza del russo. Da qui semplicemente non ricordo più nulla, non perchè abbia esagerato con la vodka, ma perchè dopo tutto quel tempo in coda e i 3 giorni di tour de force l’unica cosa che desideravo era tornare in hotel e buttarmi su quel letto, che tutto d’un tratto mi sembrava così comodo, cosa che non era assolutamente ma sorvoliamo. Così per prepararci alla levataccia del giorno dopo, finalizzata a prendere il treno veloce verso San Pietroburgo dalla stazione Leningradsky, ci addormentiamo presto, sognando gli addobbi e lo sfavillio delle mille luci di Mosca, che ci accompagneranno per sempre nei nostri ricordi.